Il monitoraggio dell’agricoltura sociale in Sardegna

La cooperativa

Tanto tanto tempo fa, a metà degli anni ’80, abbiamo formato una cooperativa e
abbiamo dato vita alla nostra attività di allevatori.

La vocazione sociale della nostra azienda agricola è arrivata molti anni dopo. Ci abbiamo messo del tempo per consolidare questo progetto ed è dal 2015 che siamo entrati nel circuito accreditato per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, sia attraverso il rapporto con i servizi sociali comunali che con la Prefettura (nel caso dei richiedenti asilo).

In particolare, è stato per noi molto utile e proficuo l’incontro con il Centro di salute mentale locale, che ci ha aiutato dal punto di vista tecnico e scientifico nella partecipazione a bandi e gare pubbliche oltre che nella cosiddetta “taratura” dei servizi.

Ora stiamo lavorando, in rete con altre fattorie sociali come noi, per sperimentare nuove
opportunità che ci permettano di valorizzare le produzioni e i servizi etici e solidali che
tutti portiamo avanti da tempo.

Il progetto integrato è promosso da un partenariato composto da diverse fattorie sociali insieme a istituzioni locali ed esperienze del privato sociale. Sono per noi occasioni importanti che però si scontrano con mille problemi:

– primo fra tutti c’è la difficoltà dell’accesso al credito;
– poi ci sono gli ostacoli normativi, oltreché di interpretazione delle leggi e delle norme attuative;
– poi l’attività di rendicontazione, quella di organizzazione degli incontri preparatori, quella di animazione e informazione dei diversi attori locali;
– e c’è lo studio, intenso, tanto più necessario per cooperative come la nostra che scontano grande inesperienza su questi aspetti.

Tutto ciò ci sottrae, spesso, troppo tempo a fronte di pochi soldi, anche perché noi avremmo sempre la nostra azienda agricola a cui pensare.

Questa nostra esperienza di agricoltura sociale ha riempito di nuovo senso il nostro 
lavoro quotidiano. La nostra azienda ha nel corso degli anni aumentato la propria visibilità, autorevolezza, possibilità di sviluppo.

Abbiamo alzato lo sguardo e allargato gli orizzonti del nostro mestiere di allevatori e contadini.

Questo ci spinge a migliorarci sempre sia nel pensare il futuro che nel gestire il presente, ma noi pensiamo che alla fine, forse, la soddisfazione più grande sta nel poter essere, per un richiedente asilo spaesato e solo, o per un paziente psichiatrico senza più speranza, o per un ex detenuto che vuole rifarsi la vita, un ambiente protetto, sano e accogliente da dove ricominciare un nuovo
cammino.

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